Autorità portuali: nessuno si è mosso

Avevo scritto sull’argomento un mese fa. Avevo proprio voluto anticipare la notizia della nuova legge sulle autorità portuali italiani. Adesso la proposta di legge è arrivata in Parlamento. Nel frattempo nessuno dei nostri politici si è mosso. Solo adesso, quando il disegno di legge del ministro Delrio va in Commissione, arrivano le proteste del senatore Antonio D’Alì, che definisce la legge illegittima, indecente e irricevibile e quella dell’on. Fazio che la definisce inaccettabile. La risposta dell’on. Oddo, invece, è stata quantomeno spiazzante: Trapani non è più autorità portuale e il Governo doveva ridurre quelle correnti per cui non può essere più un porto a se stante.
Evidentemente questa legge non è stata letta bene e non tutta. Essa è deleteria non solo per Trapani ma per tutta la Sicilia. Tralasciando la Sicilia occidentale dove Palermo la farebbe da padrone e distruggerebbe tutto il lavoro fatto fini qui per fare decollare un porto bi millenario, si può intravedere una stranezza particolare: la Sicilia perde un porto, quello di Messina. L’autorità portuale viene data a Gioia Tauro, un comune di appena 19 mila abitante, che farà capo a Messina. Capisco la voglia di risparmio del Governo ma ignorare la storia di città importanti e che vivono solo del loro porto ci sembra paradossale. Capisco che oggi la cultura sia stata cancellata dalla voglia di denaro, ma era inimmaginabile e incomprensibile che qualcuno proponesse la cancellazione di due città gemelle. Il porto di Trapani è sempre stato indipendente e nei secoli ha dato da vivere alla popolazione sia con i mercantili sia con i pescherecci ed oggi con le navi crociere: chi avrà più interesse a venire in un porto subordinato ad un autorità che si trova a cento kilometri di distanza?

Alberto Costantino