Arrestato il presunto autore dell’omicidio del maresciallo Mirarchi

I carabinieri del Comando Provinciale di Trapani, insieme ai militari del ROS e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria, hanno tratto in arresto il presunto autore dell’omicidio del maresciallo capo Silvio Mirarchi, avvenuto il 31 maggio scorso a Marsala.
Le generalità del soggetto non sono ancora note: i dettagli delle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Marsala e condotte con il supporto del RIS di Messina, saranno rese note domani mattina, nel corso di una conferenza stampa che si terrà presso il Comando Provinciale di via Orlandini, a Trapani. Sarà presente anche il procuratore della Repubblica di Marsala, Vincenzo Pantaleo.

Mirarchi, è stato ucciso mentre, insieme a un collega, era impegnato a Marsala in un servizio di osservazione di alcune serre sospette. Mirarchi e il suo collega avevano notato nell’oscurità la presenza di alcune persone con fare sospetto. Si sono avvicinati per verificare cosa stessero facendo, ma giunti a circa 60 metri dai soggetti, non appena hanno acceso le torce in dotazione e si sono qualificati come carabinieri, i malviventi, vistisi scoperti, non hanno esitato ad aprire il fuoco. Mirarchi è rimasto gravemente ferito – morirà in seguito – mentre, fortunatamente, il collega è rimasto illeso.

IMG-20160607-WA0002Ai funerali, celebrati in forma solenne sabato 4 giugno presso la chiesa Chiesa Madre di Marsala, erano presenti il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette, e il ministro dell’Interno Angelino Alfano.
Era seguita, qualche giorno dopo, nella Cattedrale di Trapani, la santa messa in suffragio (nella foto, i carabinieri all’ingresso della chiesa al termine della funzione). A celebrarla, alla presenza delle più alte cariche civili, militari e religiose, il vescovo di Trapani, Pietro Maria Fragnelli, insieme al vescovo di Marsala, Domenico Mogavero.
In quell’occasione, nel corso del suo intervento, il comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri, Stefano Russo, aveva dichiarato che i carabinieri non si sarebbero fermati finché i responsabili dell’assassinio non fossero stati assicurati alla giustizia.

Qualche giorno prima era finito in manette Francesco D’Arrigo, di Partinico, classe 1962, ritenuto il responsabile della coltivazione della vasta piantagione di canapa indiana scoperta da Mirarchi. Era composta da ben 6 mila piante, attualmente sottoposte a sequestro, che avrebbero potuto fruttare oltre quattro milioni di euro.

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