La piccola Guarrato contro i grandi pregiudizi sugli immigrati

L’ultimo momento comunitario è stato la via Crucis – in due lingue – e la festa del Crocifisso con la “vara” portata a spalla dai fedeli e da alcuni ragazzi provenienti dalla Nigeria e dal Ghana. La conclusione è stata affidata a Philip, Dominic e Jeffrey, i quali hanno raccontato la loro personale via crucis: dai loro paesi, fino alla Libia, le violenze, le due notti in mare. Testimonianze forti, toccanti, nella piccola frazione trapanese di Guarrato. migranti chiesa guarrato
«Quando nel giugno scorso si è aperto un centro per richiedenti asilo nel territorio parrocchiale abbiamo subito pensato di rispondere in maniera solidale a questa presenza – ha spiegato il parroco, don Fabio Pizzitola –. Siamo andati al centro per conoscere gli ospiti, la maggior parte sono musulmani e una ventina cattolici. Abbiamo ripercorso gli episodi della Bibbia, la fuga in Egitto di Gesù; a un perseguitato politico abbiamo letto un famoso versetto della sura 49 del Corano, che dice “abbiamo fatto di voi popoli e tribù perché vi conosceste a vicenda”». Nella piccola Guarrato, dunque, ci si confronta ogni giorno con i grandi pregiudizi sugli immigrati; pregiudizi che vengono infranti: basta vedere l’inclusione sociale perseguita o le iniziative lanciate. «Abbiamo messo a disposizione degli ospiti del centro il campo di calcio che frequentano regolarmente due volte a settimana – ha continuato Pizzitola –: prima solamente per giocare tra loro, ora anche con i ragazzi delle frazione, in un clima sereno. Alcuni di loro i cattolici, partecipano regolarmente alla messa della domenica e quindi abbiamo iniziato a realizzare e fotocopiare i foglietti per la celebrazione anche in inglese e francese. Ormai per la messa della domenica delle ore 10 il Vangelo viene proclamato sia in italiano sia in inglese».
Già negli anni scorsi, le comunità parrocchiali di Guarrato e Rilievo avevano vissuto diversi appuntamenti insieme agli immigrati. In particolare le “partite del cuore” con gli ospiti del CARA di Salinagrande e le cene etniche con cibi tradizionali delle diverse culture.
Nella canonica di Guarrato, intanto, è stato ricavato uno spazio per l’accoglienza temporanea di immigrati che, attraverso la Comunità di Sant’Egidio, avevano bisogno di un alloggio temporaneo in attesa di sbrigare pratiche burocratiche presso la Questura o la Commissione territoriale. Un gesto concreto di accoglienza, persino precedente all’appello di papa Francesco.

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