Quale futuro per il porto di Trapani alla vigilia dell’approvazione della nuova legge governance?

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse11-07-2014 RomaConferenza stampa di Marianna Madia sulla riorganizzazione della Pubblica AmministrazioneNella foto Marianna MadiaPhoto Fabio Cimaglia / LaPresse11-07-2014 Roma (Italy)Press Conference of Marianna Madia on the reorganization of the Public AdministrationIn the photo Marianna Madia
Photo Fabio Cimaglia / LaPresse 11-07-2014 Roma (Italy)

Quale futuro per il porto di Trapani alla vigilia dell’approvazione della nuova legge governance?
La bozza del dlgs che attua il decreto detto Madia, dal nome di colei che lo ha redatto, andrà in Consiglio dei Ministri sicuramente a gennaio del prossimo anno e prevede la riduzione delle autorità portuali italiane da 23 a 14. Il testo prevede (lo si può leggere sul sito www.italiaoggi.it/documenti) la divisione delle zone, che avviene o avverrebbe nel seguente modo: Mare ligure occidentale con Genova e Savona; Mar Ligure orientale: La Spezia e Marina di Carrara; Tirreno settentrionale: Livorno e Piombino; Tirreno Centro-meridionale: Napoli e Salerno; Tirreno meridionale solo Gioia Tauro; Sardegna: Cagliari e Olbia; Sicilia occidentale solo Palermo; Sicilia orientale e Stretto di Messina: Messina, Catania e Augusta; Adriatico meridionale e Ionio: Bari, Brindisi, Manfredonia e Taranto; Adriatico centrale solo Ancona; Adriatico centrosettentrionale solo Ravenna; Adriatico settentrionale, solo Venezia e infine l’Adriatico Orientale con Trieste. Il testo parla solo di autorità portuali ma insinua volutamente che gli altri porti siano incorporati da una autorità. Trapani fino a qualche anno fa aveva l’autorità portuale che poi ha perso. Oggi il porto è retto dalla Capitaneria e come si legge nel testo è possibile che venga accorpato a Palermo, in quando si legge testualmente che la Sicilia occidentale avrà come autorità solamente Palermo. La chiave sta tutta nelle due paroline: Sicilia Occidentale e non solo Palermo. porto5Ma nel testo si legge, poi, che quei porti che erano stati finora autorità portuali e che con la nuova normativa non lo saranno più e quindi vi “saranno istituite le cosiddette direzioni di scalo portuale, cioè uffici territoriali con compiti istruttori, sotto coordinamento del segretario generale, ai fini dell’adozione delle deliberazioni di competenza dell’AdSp”. La solita leggina all’italiana da interpretare con tanti cavilli e inconvenienti. In Sicilia si dice “a trasi e nesci”. Cosa sortirà questo decreto legge? È pensabile che non venga approvata così com’è e che in sede di Consiglio e poi parlamentare subisca modiche. Ed è sperabile anche un intervento da parte dei nostri parlamentari a rispetto di un porto che già nel lontano 1185 era descritto dall’illustre viaggiatore Gyubair come un porto dal grande traffico: “Le partenze e gli arrivi di navi che vanno in Tunisia e vengono da questo paese sono pressappoco continue e le navi degli Italiani che veleggiano verso la costa africana sono solite di visitare prima Trapani”.

Alberto Costantino

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