“Caso” Pupa e Bianca: l’Ordine dei Veterinari sta con il dottor Rotolo
Dopo le polemiche nate nei giorni scorsi, a seguito dell’accalappiamento dei cani Pupa e Bianca (nella foto, ph Bova), l’Ordine dei Medici Veterinari di Trapani si schiera dalla parte del dottor Fabio Rotolo, medico veterinario specialista ambulatoriale della locale Asp.
Il presidente dell’ordine, Roberto Messineo, ha voluto ricordare che “così come già precedentemente chiarito anche dal Ministero della Salute e dalla FNOVI, che le valutazioni comportamentali dei cani sono competenza prettamente Medico Veterinaria, pertanto si richiamano le istituzioni e la cittadinanza al rispetto dei ruoli e delle competenze”. Una nota dovuta, dunque, con l’obiettivo di “tutelare l’immagine e la professionalità dei propri iscritti”.
A dire la sua era stato lo stesso protagonista della vicenda, il dottor Rotolo, il quale ha chiarito la definizione di pericolosità e le sue competenze: “I cani sono definiti potenzialmente pericolosi, quindi non necessariamente con aggressività manifesta.
La definizione di cani potenzialmente pericolosi comprende anche e purtroppo quei soggetti che manifestano eccessiva reattività, atteggiamento predatorio (cane che rincorre le biciclette o motocicli o ancora runner), o atteggiamento predatorio di tipo gerarchicamente dominante e conseguentemente ostile ad accettare le manualità del prelievo”.
“L’acquisizione del quadro anamnestico – ha concluso Rotolo –, attraverso una compiuta disamina del quadro etologico, ha consentito di definire attraverso il criterio di cautela e precauzione che i soggetti non presentavano requisiti idonei a garantire l’incolumità pubblica ed evidenziavano la loro potenziale pericolosità in ambiente non controllato.
Il mio incarico all’Asp di Trapani non ha nulla a che vedere con la mia professione ambulatoriale, quindi non trovo giusto che a subirne le conseguenze possano essere i miei clienti. Assicuro ai cittadini che non è stata una decisione presa a cuor leggero e mi dispiace immensamente per chi teneva a questi cani, ma i miei obblighi nei confronti dell’incolumità pubblica non potevano esimermi dal prendere una tale decisione”.