Calatafimi Segesta Festival: domani in scena “Giulio Cesare” di Shakespeare
Dopo il successo di pubblico di “Sogno di una notte di mezza estate” firmato da Nicasio Anzelmo, il Calatafimi Segesta festival Dionisiache 2016 mette in scena domani sera alle 19:15 “Giulio Cesare”, per la regia di Nicola Alberto Orofino.
Con un cast tutto siciliano, Nicola Alberto Orofino, spiega attraverso il suo lavoro: la politica, l’Italia, le donne e in un certo senso anche la mancanza di parità che esiste ancora nel nostro Paese – tra uomini e donne – in tutti i settori della vita pubblica.
In scena: Alessandra Barbagallo, Carmela Buffa Calleo, Egle Doria, Alice Ferlito, Cinzia Maccagnano, Emanuele Puglia, Giovanni Santangelo e Sebastiano Sicurezza.
Giulio Cesare di Shakespeare è probabilmente uno dei più completi drammi politici mai scritti, racconta gli ultimi giorni di vita di Cesare, il suo assassinio e le conseguenze politiche della congiura.
“Da Giulio Cesare in poi il nostro Paese – scrive Orofino nelle note di regia – ha visto un succedersi di esperienze forti al governo sempre concluse con importanti movimenti di ribellioni stroncati poi da nuovi ‘cesarismi’ ancora più energici dei precedenti”.
Partendo da Giulio Cesare interpretato da Emanuele Puglia, il regista Nicola Alberto Orofino racconta e spiega così il “cesarismo”, dando l’opportunità allo spettatore di riflettere su quanto avviene attorno a noi.
Alle donne poi affida un compito insolito e, non a caso, l’uccisione del maschi/Cesare. Un compito che diventa un atto di ribellione e sintetizza anni di lotta per conquistare pari opportunità.
Forse uno dei più perfetti drammi politici mai scritti, Giulio Cesare di W. Shakespeare narra gli ultimi giorni di vita del dittatore, il suo assassinio, e le conseguenze politiche della congiura. Un testo denso di teorie, di dottrine e di realpolitik. Eppure l’autore sembra non esporsi mai.
La necessità di rappresentare questo straordinario dramma politico è del tutto evidente: esso potrebbe rispondere all’urgenza di analizzare i meccanismi (che spesso ci appaiono viziati)della politica di oggi,la quale affida sempre più spesso ruoli istituzionali importanti a star televisive, cantanti e subrette e che fa dell’avvenenza femminile uno strumento per far carriera.
Uno spettacolo che ha a cuore il dibattito sulla presenza femminile nelle istituzioni del nostro paese e il problema della democrazia paritaria. Le cause della scarsa rappresentanza femminile sono sicuramente anche storiche – le donne votano solo dal 1946 e solo da allora possono accedere a cariche pubbliche – tuttavia il regista è convinto che sulla cosa pesino di più ragioni culturali e sociali e pregiudizi che spesso non vengono nemmeno ammessi.
Sono queste le ragioni che hanno portato Nicola Alberto Orofino a scegliere proprio delle donne per interpretare il ruolo dei congiurati. L’uccisione del maschio/Cesare diventa un estremo atto di ribellione che sintetizza anni di dura lotta per la conquista delle pari opportunità; così come il suicidio di Cassio e Bruto e il passaggio del testimone a un nuovo maschio/Cesare, Ottaviano, attestano quanto ancora sia lunga e impervia la strada che conduce verso la piena realizzazione degli ideali di libertà e di democrazia,nel nostro paese di oggi come nell’antica Roma.